I Progetti

Complessivamente dal 2017 ad oggi le cooperative hanno coinvolto 71 persone con disabilità nei percorsi per un abitare inclusivo.

ELIODORO

“Ora vado”

Il progetto – ufficialmente iniziato a dicembre 2018 dopo alcuni mesi di preparazione e la presentazione alle famiglie –  ha l’obiettivo, attraverso percorsi in appartamento, di rendere le persone con disabilità il più possibile autonome nell’affrontare una vita attiva nel tessuto sociale e nella gestione della quotidianità, sia per quanto riguarda il “fare” che gli aspetti relazionali. Si tratta di percorsi a lungo termine per un’uscita graduale dalla famiglia di origine, con la prospettiva futura di una vita il più indipendente possibile. I percorsi sono individualizzati per sostenere la persona con disabilità nelle varie tappe ed evitare che possa trovarsi in situazioni di disagio o ansia. Per alcune persone coinvolte si intravede la possibilità di un futuro abitativo e di vita “fuori” dal contesto famigliare, per altri il progetto è prezioso per crescere ed acquisire alcune autonomie da spendere nella vita di tutti i giorni, anche in casa dei genitori.

“Ora vado” non desidera solo insegnare alle persone con disabilità a “fare da sole”, ma intende anche porle nella condizione di acquisire consapevolezza dei propri bisogni, desideri e sogni e di soddisfarli conquistando così un’indipendenza nelle decisioni per il proprio benessere e la propria vita.

Il progetto coinvolge 10 persone adulte con disabilità e viene realizzato all’interno di un appartamento a Riva del Garda.

LA RETE

Progetti

Il lavoro svolto nel corso degli ultimi anni ha portato la cooperativa ad interrogarsi sul tema dell’abitare per persone con disabilità, a partire dalle istanze delle persone stesse e delle loro famiglie: anche grazie a loro è emerso un interesse concreto per la ricerca di nuove forme di abitare capaci di superare le “logiche storiche” e di mettere in campo la sperimentazione di un abitare, se pur sostenuto, simile all’abitare di chiunque.

Il progetto dell’abitare inclusivo si pone quindi l’obiettivo di differenziare ulteriormente le offerte abitative esistenti sul territorio rivolte alle persone con disabilità e proporre nuove forme maggiormente focalizzate sull’autodeterminazione e l’autonomia delle persone con disabilità.

Le diverse fonti di finanziamento a cui si è potuto accedere hanno consentito alla cooperativa di realizzare in particolar modo due tipologie di esperienze: da un lato, quella che viene definita “Scuola dell’Abitare”, in cui due gruppi di 5 e 7 persone imparano a sperimentarsi in un luogo diverso dalla propria casa, contribuendo allo sviluppo delle proprie competenze operative e relazionali necessarie per vivere in modo più autonomo la dimensione dell’abitare.

Accanto alla “scuola” si aggiunge la vacanza al mare alla quale partecipano 10 persone con disabilità; si tratta in questo caso di partecipare ad una esperienza di vacanza, appunto, durante la quale mettere in pratica gli apprendimenti acquisiti nel percorso di Scuola, ovvero cercando di dare maggiore spazio all’autonomia e auto-gestione di diverse fasi della quotidianità in un contesto particolare e diverso da quello di casa.

Un’altra tipologia di sperimentazione realizzata in differenti strutture abitative coinvolge invece 4 persone che, avendo già sperimentato in forma singola e/o di gruppo periodi e modelli di vita comune, e grazie alle loro caratteristiche e livelli di competenze e autonomie personali e sociali, possono sperimentare situazioni di vita indipendente. Al progetto aderiscono in forma attiva e partecipe, oltre che le persone con disabilità, anche le rispettive famiglie e i servizi sociali di riferimento.

CS4

Progetti

Esistono molteplici fattori ed ostacoli che, oggi, non consentono alla persona con disabilità di realizzare pienamente un progetto di vita autonoma. Fattori di natura culturale, in primo luogo, ma anche economica e, a volte, familiare impediscono infatti alla persona con disabilità di mettere in atto un distacco che tenga conto delle esigenze e dei desideri di pensarsi adulto e di attuare un percorso di vita verso l’indipendenza.

Il poter essere protagonisti e artefici del proprio progetto di vita allo stesso tempo, permette alla persona con disabilità di mettersi in gioco, sperimentare e sviluppare delle capacità e fare un passo decisivo per il cambiamento. Significa guardare nell’ottica del futuro anche durante la permanenza genitoriale per non ritrovarsi disorientati nel momento in cui si dovrà affrontare la separazione dalla famiglia.

È fondamentale il coinvolgimento dei molteplici attori che lavorano insieme al protagonista del progetto: le famiglie, i servizi sociali, sanitari ed educativi, la rete di vicinato.

I progetti realizzati vanno proprio nella direzione di sostenere la persona e la sua rete e identificano le azioni necessarie per sentirsi a casa, sentirsi dei buoni vicini e utilizzare concretamente il territorio (utilizzo del servizio sanitario, banca, uffici pubblici, negozi, adesione alle opportunità culturali e di svago, ecc.). Le potenzialità delle persone vengono sostenute e incrementate per la gestione del loro quotidiano.

Una parte dei progetti è rivolta a 13 persone con disabilità psico-fisiche lieve già inserite in percorsi di formazione lavoro e occupazionali all’interno della Cooperativa, selezionate in quanto fortemente orientate ad un progetto di vita indipendente.

Altre 3 persone sono invece coinvolte in una sperimentazione di coabitazione in un altro appartamento all’interno del quale è possibile costruire un percorso articolato che potrà portare – attraverso una personalizzazione per ogni singola persona con disabilità – a forme diversificate di vita indipendente.

INCONTRA

Progetto

Il progetto si inserisce all’interno di un percorso già avviato dalla cooperativa (il servizio di sollievo per famiglie) e ne rappresenta una evoluzione operativa.

Lo scopo è infatti quello di mettere a sistema le esperienze di abitare già fatte da giovani e adulti con disabilità all’interno del servizio, con il dichiarato intento di superare la fase di mero “sollievo” e iniziare la costruzione di un vero e proprio percorso di abitare.

Si tratta di un processo che richiede tempi lunghi e tappe intermedie, considerando la molteplicità dei punti di vista coinvolti, a partire da quello della persona protagonista e della sua famiglia.

La persona con disabilità si trova a confrontarsi – spesso per la prima volta – con la dimensione di individuo adulto, al quale vengono finalmente offerte delle scelte e decisioni importanti, tra cui quella relativa al proprio futuro abitativo.

La famiglia in tutto questo ha la necessità di essere accompagnata, formata e informata affinché possa sostenere il proprio familiare nelle scelte e azioni che vengono intraprese.

Un altro importante cambiamento investe gli operatori, per i quali è indispensabile creare uno spazio di formazione che consenta loro di assumere uno stile educativo nuovo e tale da poter accompagnare la persona con disabilità verso la costruzione di un progetto di vita indipendente e, al tempo stesso, coerente con la propria età, i propri bisogni e le proprie risorse.

Gli operatori coinvolti non sono solo quelli dei progetti di abitare, ma tutti quelli dei diversi servizi frequentati dalla persona con disabilità. È infatti fondamentale che la rete attorno alla persona possa agire con le stesse finalità e, possibilmente, con metodi e strumenti coerenti rispetto al progetto di vita indipendente.

Il lavoro è stato avviato con 5 persone che hanno espresso fortemente il loro desiderio di autonomia e, insieme alla loro famiglia, è iniziata la costruzione del percorso: sperimentazioni che hanno investito in primo luogo la vita fuori casa nel corso della settimana (e non solamente durante il weekend), rafforzando gli aspetti legati alla gestione della quotidianità.

IL PONTE

Il progetto

Il tema dell’abitare è una sfida da affrontare introducendo una nuova cultura che superi la logica della “residenzialità” intesa come mera offerta di un servizio di cura. Abitare è un’esperienza vitale e significativa nel percorso di crescita, uno dei cardini dell’esistenza di ciascuno, e rappresenta il passaggio all’età adulta e l’affermazione della propria identità.

Il progetto “Io Domani” vuole dare forma ad un nuovo scenario culturale, sociale e legislativo potendo immaginare soluzioni che anticipino la preparazione al distacco dal nucleo d’origine in un’ottica di costruzione del progetto di vita e di emancipazione della persona.

La sperimentazione avviata a Rovereto coinvolge 20 persone con disabilità che, a turno, sperimentano periodi brevi (weekend e, in alcuni casi, più giorni durante la settimana) di vita autonoma, con l’accompagnamento di una équipe di educatori appositamente creata.

GHS

Progetto

Il contesto territoriale delle valli di Non e Sole è caratterizzato dalla presenza di diversi piccoli centri piuttosto distanti tra loro; questa connotazione geografica ha alimentato un grande senso di riservatezza nelle comunità che porta ad una generale discrezione sulle questioni più intime delle famiglie, a volte anche a discapito di opportunità di cambiamento.

In questa situazione si inserisce il progetto della cooperativa GSH, Abitare Sociale delle persone con disabilità, collocato all’interno di un ragionamento più ampio sul tema del “dopo di noi”.

L’intento della cooperativa è proporre una visione nuova del “progetto di vita” delle persone con disabilità, capaci di rimodellarsi e attivarsi, con il giusto supporto, per costruire la propria identità da poter un giorno proiettare in una dimensione di abitare autonomo.

Il lavoro è iniziato con 3 persone, insieme alle quali si sta cercando creare le basi di un vero progetto di abitare. Al tal fine è necessario un forte cambiamento di prospettiva e di osservazione della persona con disabilità, capace di farne emergere le istanze di autonomia, emancipandosi da una visione meramente passiva.

L’azione principale è l’intenso processo di formazione dedicato a tutti gli attori della rete coinvolti: la famiglia, gli educatori, i soggetti operanti nel contesto socio-culturale di riferimento.

Per le persone con disabilità si favorisce inoltre l’acquisizione delle competenze domestiche mediante la frequentazione del laboratorio esperienziale “Scuola di vita” nel setting strutturato adibito.